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ATTIVITÀ FISICA ADATTATA ALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

 L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce la sedentarietà come un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (CV), di contro attribuisce all’attività fisica regolare un ruolo fondamentale per mantenersi in buona salute.

Un cuore allenato riesce a pompare una quantità di sangue maggiore senza aumentare la frequenza dei battiti: 10 battiti cardiaci in meno al minuto significano oltre 5 milioni di battiti all’anno risparmiati!

Numerosi studi hanno confermato che l’attività fisica aerobica, condotta con regolarità e con intensità

lieve-moderata, può avere una serie di effetti positivi sui principali fattori di rischio CV come

l’ipercolesterolemia, il sovrappeso, il diabete, ed è anche in grado di ridurre la morbilità e la mortalità per cause CV.

Quindi l’attività fisica, oltre che a migliorare la qualità della vita, può avere a tutti gli effetti un ruolo terapeutico.

Nonostante questo l’attività fisica stessa, se praticata senza le corrette indicazioni e precauzioni, e

soprattutto se caratterizzata da un elevato impegno del sistema CV, potrebbe contribuire a provocare l’insorgenza di eventi acuti, quali: l’angina pectoris, aritmie, l’infarto miocardico, la morte improvvisa. Per questo motivo, prima di iniziare un programma di allenamento che preveda un’attività fisica regolare, è necessario sottoporsi a una valutazione cardiologica che avrà lo scopo di consigliare l’attività fisica più indicata.

Nello specifico distinguiamo due tipi di attività fisica:

  • attività fisica di resistenza, in cui il cuore pompa grandi quantità di sangue con un modesto incremento della pressione arteriosa;

  • attività fisica di potenza, in cui il cuore pompa quantità relativamente minori di sangue e aumenta cospicuamente la pressione.

Nella tabella che segue andiamo a classificare i fattori di rischio per l’apparato CV:

FATTORI PREDISPONENTI

FATTORI COMPORTAMENTALI

FATTORI METABOLICI

età sesso

familiarità per malattie CV caratteristiche etniche genetica

fumo

errata alimentazione consumo di alcol inattività fisica

obesità addominale dislipidemia

alto LDL-colesterolo basso HDL-colesterolo alti trigliceridi ipertensione sindrome metabolica

diabete mellito

Notiamo come su tutti il ruolo dell’attività fisica sia fondamentale (escludendo i fattori predisponenti che non sono modificabili).

L’inattività fisica infatti, assieme agli altri fattori di rischio comportamentali, condiziona tutta la sequenza dei fattori metabolici, tanto che attualmente essa è divenuta il fattore di rischio più importante nel determinare gli eventi CV in individui apparentemente sani. L’attività fisica costante, anche iniziata tardivamente, è in grado di modificare favorevolmente molti dei fattori di rischio e quindi di ridurre la probabilità di avere un evento CV; viceversa, smettere aumenterebbe il rischio.

Questi risultati possono essere ricondotti agli effetti che l’attività fisica aerobica, svolta con regolarità,

determina su tutti i fattori di rischio, essa infatti: riduce la massa grassa,  facilita il controllo del peso corporeo, migliora il profilo lipidico riducendo la quota di LDL-colesterolo e aumentando quella di HDL- colesterolo,  riduce la pressione arteriosa favorendo la capillarizzazione, riduce l’incidenza di diabete

migliorando la sensibilità insulinica, aumenta la probabilità o facilita l’intenzione di smettere di fumare

o di non iniziare affatto, riduce lo stato infiammatorio a livello vascolare.

Inoltre, l’attività fisica aerobica può efficacemente agire sulla circolazione sanguigna, nello specifico: aumenta il ritorno venoso, migliora la contrattilità del cuore sotto sforzo, contribuisce a ridurre la pressione arteriosa a riposo, diminuisce la frequenza cardiaca a riposo.

 Visti i numerosi benefici che ha l’attività fisica sui vari fattori di rischio CV è fortemente consigliata: a scopo preventivo sia nei soggetti sani che nei soggetti che presentino uno o più fattori di rischio, ma che non abbiano ancora avuto un evento acuto; come indispensabile integrazione o alternativa ad eventuali terapie farmacologiche e nei pazienti già colpiti da un evento CV acuto.

L’attività fisica aerobica ha un effetto sulla prognosi direttamente proporzionale alla dose. 

In buona sostanza, essa deve essere volta al muovere grandi masse muscolari in maniera ritmica e continuativa a moderata intensità, ma per periodi prolungati. L’ideale sarebbe un’attività quotidiana che comprenda: andare al lavoro coprendo almeno una parte della distanza a piedi; fare lavori domestici o giardinaggio; svolgere esercizio aerobico strutturato.

Per un soggetto adulto sano, ma con uno stile di vita sedentario e che voglia intraprendere un programma di attività fisica a scopo preventivo, potrà essere consigliata qualsiasi tipo di attività, preferendo comunque quella di tipo aerobico. Modi e tempi di allenamento dipenderanno dalle condizioni fisiche basali. In generale preferire inizialmente attività aerobiche a intensità moderata: 30- 40’, frequenza 3-4 volte a settimana, con l’obiettivo di aumentare progressivamente durata, frequenza e intensità dell’allenamento. Si potranno alternare sedute di potenziamento della forza e della resistenza muscolare (in palestra: 13-15 ripetizioni per ciascun gruppo muscolare, con pesi pari al 60-70% della forza massima o a casa: esercizi ginnici a corpo libero e/o con pesi leggeri). All’inizio e alla fine delle sedute, alcuni esercizi di stretching favoriranno la coordinazione dei movimenti e aiuteranno a mantenere la flessibilità dei muscoli e la mobilità articolare. I progressi andranno monitorati periodicamente in modo da aggiornare tempestivamente il piano di allenamento.

Nel paziente a rischio, invece, il programma di attività fisica deve essere strutturato in modo differente e specifico in funzione della capacità funzionale di base e della patologia esistente. La stessa specificità vale per il soggetto anziano, poiché con l’invecchiamento l’apparato CV subisce modificazioni che vanno a peggiorare la sua funzionalità.

In generale per tutti sarà utile puntare a modificare lo stile di vita cercando di preferire, ogni volta che sia possibile, il movimento alla comodità.

Per concludere, uno stile di vita attivo nel quotidiano e un’attività fisica strutturata ad hoc aiuta ad avere un apparato CV più sano.

A cura di Linda Lindiri

Bibliografia                                                                

Pasqualina Buono, Attività fisica per la salute, Idelson Gnocchi, 2017