Ricollegandoci al nostro ultimo articolo, esaminiamo altri due dubbi che spesso si presentano nell’allenamento femminile.
1. Un altro dubbio frequente nelle donne è il seguente: «Alleno troppe spalle e braccia, vorrei fare più gambe e glutei».
Spesso l’allenamento della zona superiore del corpo non viene preso in considerazione. Questo è un grande errore, perché allenando tutto il corpo si otterranno vantaggi completi: maggiore forza, flessibilità e tonicità muscolare sono i risultati ottenuti dall’allenamento contro resistenza. Un equilibrio muscolare globale è sinonimo di una migliore ergonomia ed efficienza posturale dell’individuo, oltreché uno sviluppo fisico armonico.
Inoltre può diventare controproducente allenare le stesse zone del corpo tutti i giorni, o troppo spesso, perché soggette ad un recupero fisiologico, instaurato dall’ allenamento che ha creato, a sua volta, infiammazione locale e danneggiamento dei tessuti. Quindi, ad esempio, non è possibile allenare i glutei tutti i giorni allo stesso modo, anzi è svantaggioso se si ricerca una maggiore tonicità e grandezza muscolare.
2. Il discorso precedente ci porta ad un altro sconcertante stereotipo della lista miti & dubbi del monto RT al femminile. È consuetudine pensare che «per costruire gambe e glutei migliori sia necessario allenarsi spesso con serie lunghe e carichi bassi e che questo porti un miglioramento anche sotto il punto di vista della ritenzione idrica e/o del grasso localizzato.»
Cartesio diceva «Dubium sapientiae initium» ovvero «il dubbio è l’origine della saggezza». Una qualsiasi frase o affermazione che implichi un dogma, a prescindere da quello che sono o potrebbero essere le circostanze in cui vi trovate, non è razionale.
Quanto detto fin qui ci fa capire che «di più» non è sempre migliore, infatti dipende esclusivamente dalle caratteristiche del soggetto e dall’obiettivo prefissato. La teoria e pratica dell’allenamento contro resistenza smentisce, sia da un punto di vista pratico che teorico, che un allenamento esclusivamente composto da altissime ripetizioni, frequenza costante e recupero inadeguato non produca i migliori risultati, anzi spesso produce risultati contrari (ad esempio, scegliere esclusivamente macchinari come abductor, adductor e gluteus, che rispettivamente allenano i muscoli abduttori, adduttori della coscia e i glutei, non comporti un consumo di grasso localizzato su cosce e glutei); in altri articoli approfondiremo quali sono le strategie migliori da attuare in un programma e come la conoscenza della fisiologia ci possa tornare utile.
Infatti, non ci sono studi che correlino questo tipo di allenamento ad un dimagrimento localizzato, poiché il dimagrimento è dato da più e diversi fattori concomitanti.
In conclusione è necessario considerare come la scarsa idratazione e una dieta povera di sodio associati a questi allenamenti, che come abbiamo visto sono altamente infiammanti, possono solo che peggiorare la situazione.
Infatti, bere meno costringerà l’organismo a trattenere più liquidi, inoltre il sodio è un elemento fondamentale per la vita cellulare e fa parte di molti processi metabolici che avvengono in ogni momento nelle nostre cellule, tessuti, organi e sistemi che compongono il nostro corpo. Da come avrete capito limitare il sale e assumere poca acqua non sarà la soluzione alla ritenzione idrica. Anzi andrà ad aumentarne gli effetti, poiché la ritenzione è data da un eccesso di liquidi extracellulari, ed essendo il sodio uno dei principali soluti di questo comparto, il corpo ne tratterrà il più possibile attraverso diversi meccanismi (fenomeno dell’osmosi).
Se da un lato è vero che una seduta con i pesi aumenti un po’ la ritenzione idrica nella zona allenata soprattutto nelle ore successive all’allenamento; dall’altro è anche vero che le donne sono soggette a fluttuazioni ormonali dovute al ciclo mestruale, maggior livello di estrogeni nel circolo ematico, ecc.
Allora per ottenere risultati ottimali sarà necessario abbinare a questo tipo di allenamento uno stile di vita sano e attivo (dieta equilibrata, accompagnato da una quantità di sale ed acqua idonea per noi), avvalendosi della consulenza con un professionista del settore.
A cura di
Mariano Carponi